I primi passi del calcio femminile

I primi passi del calcio femminile

IL CALCIO NON È UNO SPORT PER SIGNORINE”: questa banale definizione la sentiamo spesso e risale agli inizi del secolo scorso, ed è divenuta a tutti gli effetti un modello che tutti seguono. Data l’ossatura più massiccia degli uomini, molte persone pensano che essi siano più adatti per l’agonismo e per il contrasto fisico rispetto a quello femminile.

Ma è davvero così? Il calcio è solo per gli uomini? NO, ASSOLUTAMENTE. Le differenze di struttura fisica tra i due sessi sono evidenti, ma tra le donne è più affascinante il gesto tecnico e la bellezza di questo sport.

Prima di andare nel particolare, voglio esporre in questo articolo come, dove e quando è nato il calcio femminile.

Tutto ebbe inizio nei primi anni del XX secolo quando delle intraprendenti donne, che componevano la squadra delle “Signore del Kerr”, hanno dato un notevole apporto alla crescita del movimento, lasciando un’impronta significativa nella storia di questo sport. In particolare negli anni della prima guerra mondiale, data l’assenza degli uomini, alcune donne hanno iniziato a praticare quelle attività da cui prima venivano escluse, tra cui vi è il lavoro in fabbrica e durante le pause praticavano il calcio nel cortile della Dick Kerr.

Con il passare del tempo la loro autostima cresceva e sostennero che erano più brave dei maschi, così ben presto venne organizzata una sfida tra le due compagini della fabbrica; del risultato non ci sono notizie, ma sicuramente quella gara sancì la nascita definitiva della prima squadra femminile inglese.

Il fenomeno del calcio femminile iniziò ad incuriosire e furono organizzate tante gare di beneficenza tra le Signore del Kerr e diverse rappresentative maschili. L’anno successivo vennero anche invitate a giocare a Parigi e l’accoglienza in Francia fu davvero stupenda, con centinaia di persone affollate nelle strade per un autografo.

Il successo inaspettato e senza precedenti ottenuto dalle Signore del Kerr e da tutto il movimento del calcio femminile, destò preoccupazione all’interno della Football Association inglese che nel 1921 decise di VIETARE a tutte le squadre femminili di giocare a pallone su campi affiliati alla federazione, citando la frase: “Il calcio non è “idoneo per le donne e non dovrebbe essere incoraggiato”.

Il calcio femminile visse una fase di stallo fino alla II guerra mondiale, quando poi cominciò a diffondersi nei paesi nordici quali la Norvegia, la Svezia e la Germania.

SOLO nel 1968 nasce La Federazione ITALIANA Calcio Femminile (FICF), anno del primo campionato nazionale, vinto dal Genova. Sembra tutto avviato ad una crescita esponenziale della FICF, ma purtroppo dura solo due stagioni, in quanto nel 1970, dieci società abbandonano la FICF e firmano l’atto costitutivo della F.I.F.G.C. (Federazione Italiana Femminile Giuoco Calcio). Il calcio femminile italiano si divide così tra FICF e FIFGC, ma quest’ultima è più organizzata. Le due federazioni continuano a coesistere fino al 1972 quando, grazie all’avvocato Giovanni Trabucco, le due realtà si uniscono dando vita alla FFIUGC (Federazione Femminile Italia Unita Giuoco Calcio), che lascerà il posto nel 1986 alla FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio). 10 anni dopo, esattamente nel 1996  il calcio femminile è arrivato alle Olimpiadi, ad Atlanta.

Il primo maggio 1997, per la prima volta dall’entrata nella FIGC, le società dei campionati nazionali di serie A e B eleggono  Natalina Ceraso Levati Presidente della prima Divisione Calcio Femminile. Da quel giorno il calcio femminile italiano ha iniziato un percorso di crescita lento ma costante, e la gestione Levati è durata per ben dodici anni, periodo in cui sono stati tanti gli obiettivi raggiunti.

Fonti:

https://www.calcioinrosa.it/storia-del-calcio-femminile/

https://native-adv.gazzetta.it/native-adv/breve-storia-del-calcio-femminile/